Il primo contatto dell’occidente con il cacao è stato grazie a Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi. Con Cortez, nel sedicesimo secolo, si scopri che il cacao venne addirittura utilizzato dagli Aztechi sia come merce di pagamento ( Con 100 fave di cacao si acquistava uno schiavo), sia come bevanda nei rituali religiosi, bevanda conosciuta con il nome xocolat.
A quei tempi il gusto di questa bevanda si avvicinava a quello di una medicina e veniva impiegata per le proprietà medicinali quali stimolante, energizzante e afrodisiaco.
Solo alla fine del 17° secolo il frutto di Dio o come viene scientificamente chiamato Theobroma cacao L, divenne popolare in Europa, bere cacao era diventato così diffuso da costituire un importante entrata fiscale per i governi che ne tassavano le importazioni
La grande attrazione per questa bevanda amara deriva sicuramente dagli effetti fisiologici che offre a chi la consuma,infatti la theobromina, presente nel cacao insieme alla caffeina, ha la proprietà di aumentare la concentrazione e la prontezza di riflessi, mentre la serotonina ha la capacità di "sostenere" il sistema nervoso. Da notare che un'altra componente del cacao, la tiramina, viene impiegata per la preparazione di farmaci antidepressivi.
Fu l’Olanda il primo paese a commercializzare attivamente le fave di cacao ed in Olanda si svilupparono le principali tecniche per la lavorazione delle fave, come l’aggiunta di alcali (sali) per variare il colore e il gusto delle polveri di cacao. Per questa ragione le più importanti multinazionali di trasformazione del cacao si trovano oggi in Olanda.